Marcinelle, 8 Agosto 1956. Il luogo e la data di una delle più drammatiche tragedie della migrazione in Europa. Una catastrofe europea: 262 persone morte nel fondo di una miniera. Tra loro italiani, belgi, polacchi, greci, tedeschi, in tutto dodici nazionalità.

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60 anni dopo quella tragedia, l’Europa si trova oggi a doversi ancora confrontare con la sfida della migrazione. Migliaia di rifugiati e migranti che cercano di raggiungere le sponde del nostro continente con le stesse speranze di pace, lavoro e opportunità. Ma per molti di loro, già nel viaggio si nasconde un tragico destino: il Mediterraneo che diventa un letto di morte, ancora prima che si possa mettere piede a terra.

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Il 30 giugno, a Marcinelle, la Federazione del Partito Democratico in Belgio vuole offrire una piattaforma di dibattito sui temi della migrazione e delle politiche di asilo in Europa, mettendo insieme personalità del mondo politico, culturale e associativo. L’evento sarà anche l’occasione per discutere e condividere storie di successo, esperienze d'integrazione e inclusione sociale nell’Unione Europea. Insieme, vorremmo discutere di come rafforzare i diritti fondamentali e rinnovare l’appello alla lotta contro ogni forma di discriminazione, xenofobia e populismo.

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Ci confronteremo con alcune realtà locali che rappresentano simboli di solidarietà per l’Europa intera: come Lesbo a Riace. Città e regioni che sono la luce e la speranza per migliaia di rifugiati e che hanno saputo dimostrare al mondo l’immagine di un’Europa aperta e inclusiva.

Oggi, 70 anni dopo il protocollo Italo-Belga e 60 anni dopo la tragedia della miniera del Bois du Cazier, i principi fondamentali dell’Unione Europea come la libertà di movimento e la solidarietà sono a rischio. E’ giunto il tempo di agire. La conferenza di “Marcinelle 60” ha l’obiettivo di contribuire alla riflessione interna della famiglia dei Socialisti e Democratici europei su come rilanciare il progetto europeo sulla base della solidarietà e dell’integrazione.

Oggi più che mai è importante costruire ponti, non erigere muri.